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14 dicembre 2021
Apple celebra un anno di solidarietà nelle comunità che chiama casa
Il programma di donazioni e volontariato dei dipendenti ha raccolto quasi 725 milioni di dollari negli ultimi 10 anni
Per alcune ore ogni settimana, Mandy Hazen, parte del team corporate di Apple, si collega alla piattaforma Crisis Text Line dalla sua casa di Fremont, California, e inizia a chattare con persone in tutto il paese che stanno affrontando situazioni personali difficili.
Haven presta da tempo volontariato tramite il programma Apple, e ha scoperto Crisis Text Line all’inizio della pandemia di COVID-19, quando cercava un modo per continuare ad aiutare gli altri anche a distanza. Attraverso l’organizzazione, chi ha bisogno di aiuto può entrare in contatto in forma anonima con volontari formati professionalmente per ascoltare e offrire sostegno. Da quando ha iniziato, nel marzo 2020, Hazen ha registrato oltre 400 ore passate nello scambio di messaggi di testo come parte del programma Employee Giving di Apple; per ogni ora di volontariato o dollaro donato da parte di un proprio dipendente, Apple fa una donazione in denaro alla stessa organizzazione.
"Mi rende davvero felice il fatto che Apple contribuisca ad amplificare il tempo che dedico a questa attività", dice Hazen. “Il denaro viene devoluto a un’organizzazione fantastica che va incontro alle persone in un momento davvero difficile.”
Nel corso della sua attività di volontariato, Haven ha contribuito a offrire un servizio di counseling a centinaia di persone che si trovano ad affrontare depressione, abusi domestici e isolamento, indirizzandole, quando necessario, verso forme di supporto e risorse professionali.
"Mi ha fatto capire che a volte le persone hanno bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi per aiutarle a superare un momento difficile", dice Hazen, "ma sanno che siamo lì per parlare con loro e questo dà loro la forza che li fa arrivare al giorno successivo".
Negli Stati Uniti e in tutto il mondo, Apple e i suoi dipendenti trovano nuovi modi per sostenere le comunità che chiamano casa.
Quest’anno il programma Employee Giving di Apple celebra il suo decimo anniversario. Da quando è stato lanciato, ha raccolto quasi 725 milioni di dollari per 39.000 organizzazioni nel mondo: solo nel 2021 ha distribuito più di 120 milioni di dollari. I fondi raccolti attraverso il programma si devono anche al lavoro di 68.000 dipendenti che hanno registrato quasi due milioni di ore di volontariato.
Oltre ai contributi distribuiti tramite il programma Employee Giving, ogni anno il team Community Investment di Apple dona milioni di dollari a organizzazioni no profit di tutto il mondo come World Central Kitchen, The King Center e China Foundation for Poverty Alleviation.
Inoltre, Apple dona ogni anno milioni di dollari attraverso il suo programma di sovvenzioni Strengthen Local Communities (SLC), che finanzia organizzazioni locali nelle comunità dove abitano e lavorano dipendenti Apple.
Alla St. Bartholomew’s Church, Midtown Manhattan, c’è una lunga fila di uomini e donne in attesa di un pasto. La mensa è attiva sette giorni su sette, con la pioggia o con il sole, e in 36 anni non ha mai saltato una sera.
Fa parte del Grand Central Food Program, uno dei tanti servizi forniti dalla Coalition for the Homeless, che sostiene le persone più vulnerabili della città di New York. Apple contribuisce a finanziare il lavoro della Coalition con le sovvenzioni del programma SLC.
Juan De La Cruz, direttore del Grand Central Food Program, ha visto crescere drasticamente il numero di persone servite alla St. Bartholomew: durante la pandemia la mensa è arrivata a servire anche 425 pasti a sera, contro una media di circa 150 dei tempi pre COVID-19.
“Molti programmi di assistenza hanno chiuso e quindi sono arrivate persone anche da lontano, per esempio da Staten Island, perché questo è l’unico posto su cui sanno di poter sempre contare per un pasto” spiega De La Cruz. “Abbiamo potuto tenere aperta la mensa grazie al contributo di tantissime organizzazioni, anche di Apple e dei suoi dipendenti, e questo significa davvero molto per noi.”
Tom Sheppard lavora in un Apple Store di New York City dal 2009. I suoi tre figli più piccoli hanno tutti frequentato la Public School 41 (P.S. 41) nel Bronx, e Sheppard ha iniziato a fare volontariato perché potessero avere le stesse opportunità di chi frequenta altre scuole. Nell’arco di tre anni ha svolto ben 1000 ore di volontariato. Solo nel primo anno, il suo impegno con il programma Employee Giving è valso una donazione equivalente di 10.000 dollari da parte di Apple.
“Trova una causa che ti appassiona, scopri come puoi condividerla con altre persone, e Apple ti aiuterà ad amplificare i tuoi sforzi” dice Sheppard, che ha anche avviato programmi come un club fotografico su iPad e un corso per aiutare chi ha figli a conseguire il diploma di scuola superiore. “Condividere la mia passione per la tecnologia è stato molto importante, perché mi ha permesso di far conoscere a questi ragazzi e ragazze un qualcosa a cui prima non avevano accesso, e che potrebbe dare loro maggiori opportunità in futuro.”
Anche i figli di LaToya Reed frequentano la P.S. 41, e lei ha incontrato Sheppard proprio nell’ambito delle sue iniziative di volontariato. È rimasta così colpita dal suo lavoro che ha deciso di seguirne l’esempio.
“Il signor Sheppard ha aiutato i bambini a uscire senza timori dalla loro comfort zone e ad appassionarsi alla tecnologia” dice Reed. “Mi spinge a essere migliore. Mi spinge a dare sempre il massimo perché i bambini lo meritano, perciò voglio portare avanti il suo lavoro e assicurarmi che non venga interrotto.”
A Austin, Texas, le sovvenzioni del programma SLC sostengono il lavoro dell’African American Youth Harvest Foundation (AAYHF), che fornisce risorse basate sulla comunità a giovani e nuclei familiari afro-americani e a basso reddito. Le iniziative includono mentoring e counseling per giovani a rischio, e una varietà di altri progetti che adottano un approccio olistico all’assistenza.
“Vogliamo scoprire come vanno le cose a casa e a scuola” spiega Michael Lofton, CEO di AAYHF. “Avete le luci? Avete da mangiare? Avete vestiti? A qualcuno serve un counseling per problemi di salute mentale o dipendenze? Perché se vogliamo che il nostro lavoro abbia successo, dobbiamo assicurarci che anche l’ambiente intorno alla persona sia a posto.”
Quest’anno, i fondi Apple sono stati destinati alle iniziative di AAYHF in risposta al COVID-19, tra cui un programma che punta ad alzare i tassi di vaccinazione reclutando studenti e studentesse delle superiori perché vadano casa per casa nelle loro comunità.
“Grazie a Apple, siamo concretamente sul campo” dice Lofton. “Paghiamo questi giovani 17 dollari l’ora perché vadano nei condomini e incoraggino le persone a farsi vaccinare. In queste comunità a maggioranza afro-americana stanno davvero cambiando le cose. A volte, quando vivi in un ambiente complicato o in una situazione di costante necessità, avere la possibilità di dare una mano può fare una grande differenza.”
Nasc è un’organizzazione con sede a Cork, Irlanda, il cui nome significa “collegamento” in gaelico irlandese. Offre sostegno a migranti e rifugiati in Irlanda, oltre a una varietà di risorse, tra cui il programma Gateway destinato alle donne e sovvenzionato dai fondi SLC di Apple.
“Il nostro obiettivo è andare incontro alle donne e promuovere la fiducia in sé stesse, l’autostima e l’inclusione” spiega Claire Mackey, coordinatrice del programma Gateway. “Apple ha contribuito a mantenere vivo il progetto e ci ha dato la flessibilità necessaria per sostenere le donne in modi creativi. Ora sappiamo che il nostro lavoro continuerà e questo significa molto per noi e per le persone che aiutiamo.”
Attualmente il programma accoglie 40 donne provenienti da 14 Paesi, che spesso vengono affiancate da volontarie per aiutarle a imparare l’inglese e creare un senso di integrazione. A Saba, dalla Giordania, è stata assegnata Barbara Ito, una dipendente Apple nata in Giappone che ora vive a Singapore. Le due donne hanno parlato una volta a settimana per mesi.
“Le parlavo di tutto” ricorda Saba. “A ogni chiamata mi chiedeva come stavo. A volte ero triste a causa della situazione dovuta al COVID-19, ma lei mi ha aiutata ad avere speranza e a sentirmi felice.”
“Avevamo sempre qualcosa di cui parlare, anche se le nostre storie sono molto diverse” dice Ito. “Questa opportunità mi ha dato tanto. Credo sia molto importante che le persone di tutto il mondo si aiutino a vicenda e imparino l’una dall’altra.”
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